Ordine dei Veterinari Vicenza | 8 Approfondimento idatidosi
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8 Approfondimento idatidosi

APPROFONDMENTO : ECHINOCOCCOSI-IDATIDOSI

 

L’echinococcosi cistica (EC) o idatidosi è una zoonosi cosmopolita causata dallo stadio larvale di un piccolo cestode (comunemente tenia) appartenente al genere Echinococcus.

Il cane, principale ospite definitivo, alberga nell’intestino la tenia adulta ed elimina tramite le feci le uova, fonte di contaminazione per gli ospiti intermedi (ruminanti domestici e selvatici, suino, uomo e altri). In essi si sviluppano le forme larvali cistiche (cisti idatidee) infettanti qualora ingerite dall’ospite definitivo.

E’ una malattia cronica disabilitante parassitaria, diffusa in tutto il mondo e storicamente presente in Italia (soprattutto in centro-sud), che costituisce un caso esemplare di one health, coinvolgendo l’uomo, i cani, gli animali da reddito, l’ambiente e i prodotti alimentari.

In Europa, nel 2004, la EC è stata la seconda causa di zoonosi, tra quelle considerate di origine parassitaria, con diffusione maggiore tra le popolazioni dell’area mediterranea.

In Italia, l’echinococcosi, con circa 900 casi all’anno, rappresenta la seconda zoonosi per ospedalizzazione, ma tale dato è certamente sottostimato a causa della notevole sotto-notifica dei ricoveri.

Esiste una forma alveolare riconducibile ad un carcinoma epatico di natura parassitaria, con letalità del 100% in assenza di trattamento farmacologico e una molto più frequente (si può stimare 1 caso di alveolare per 50 di cistica) forma cistica (EC) con  un tasso di letalità inferiore. Durante la fase di latenza, della durata di anni, il soggetto può non avvertire alcuna sintomatologia.

La localizzazione delle cisti da echinococco nell’uomo vede come sede principale il fegato (50-80% dei casi), seguito da polmone (10-40%), milza, muscolo, osso, reni, encefalo e cuore.

La trasmissione dell’EC all’uomo avviene per ingestione di uova del parassita espulse con le feci dai cani infetti. Frutta e verdura consumati crudi, con particolare riguardo ai vegetali a foglia larga degli orti domestici e soprattutto nelle zone ad alta endemia, possano costituire un veicolo di infezione per l’uomo. Anche le superfici del corpo ed il pelo dei cani, su cui le uova possono essere intrappolate potrebbero rappresentare una fonte di infezione ed è anche possibile una trasmissione mano-bocca dovuta alla contaminazione ambientale.

La prevenzione si basa quindi, oltre che su un’adeguata educazione sanitaria, anche sul controllo effettuato al macello da parte dei Medici Veterinari del SSN con sequestro e distruzione dei visceri infetti andando così ad interrompere il ciclo biologico del parassita.

 

Articolo scritto e redatto dal gruppo comunicazione e dall’ ufficio stampa dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Vicenza per la Campagna Parassiti Zero

 

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